venerdì 2 gennaio 2009

Il principe plumbeo – quarta parte – la disfatta



Al ritorno da Venezia, il principe plumbeo si ritrovò solo nel regno edificato su quelle terre che sarebbero diventate qualche secolo più avanti sabaude. Il resto della corte si era trasferito nel territorio del re Alboino. La diafana nonché bionda cortigiana raccolse i suoi abiti e si trasferì oltralpe portandosi dietro il poco burro rimasto; la cortigiana selezionatrice di serve chiese il trasferimento e così tra le pretendenti rimase solo l’ufficiosa cortigiana.
In realtà il nostro principe plumbeo dilettandosi in uno strano sport aveva la possibilità di conoscere altre damigelle anche al di fuori dal palazzo.
Codesta attività sportiva veniva praticata in ricchi club privati, pieni di principi annoiati e strafottenti dame di compagnia altrettanto annoiate e perdipiù snob. Ai principi veniva affidato un bastone e delle piccole sfere circolari, tali piccole sfere dovevano essere colpite dalla punta del bastone e messe a segno in piccole buche scavate qua e là nel terreno del club. Tra un tiro e l’altro i principi stanchi ed affaticati si concedevano lunghe pause sotto pergolati di fiori e frutta, pause che servivano anche per potere scegliere le dame di compagnia annoiate e perdipiù snob, ragione ne vuole che dopo l’ultimo tiro di bastone la dama e il principe si sarebbero traslocati dal club privato all’alcova altrettanto privata del principe di turno, il tutto alle spalle delle cortigiane ufficiali.
La vita a palazzo continuò sotto il dominio del sempre più dittatoriale principe plumbeo che con un editto emanò il divieto a tutti i camici bianchi e ai senza camici di leggere ogni notizia riportante il suo nome e così il suo regno piombò nel silenzio e nel buio.
Ad accendere le tenebre e a rumoreggiare il silenzio ci pensò una ribellione di camici bianchi in territorio oltralpe e oltre anche alla nuova dimora della cortigiana diafana e bionda. I camici bianchi, del regno che dominava il palazzo di terre in futuro sabaude, si rivoltarono contro il re, ne fermarono di fatto il raccolto per giorni e giorni provocando seri danni di immagine ed economici. Oggi chiameremmo tale ribellione sciopero.
La ribellione scaturì dalla notizia, nata nei corridoi più vicini alle stanze del re, che i terreni sarebbero rimasti incolti perché ne avevano trovati di più redditizi altrove.
Quando le voci dei venti della rivolta arrivarono anche nel territorio del principe plumbeo questi non riuscì più a prendere sonno. Si sentiva attaccato da più fronti.
Nei rari momenti in cui Morfeo cercava di tranquillizzarlo vorticavano su di lui le moschettiere, i frati che abitavano le terre vicino a palazzo, i messi comunali con ingiunzioni di sfratto e fiale contaminate.
Fu durante una di queste tormentate notti che pianificò la sua fuga, armato di penna e calamaio scrisse una lunga lettera nella quale raccontò la sua esperienza di principe plumbeo, e scrivendo prese corpo in cuor suo la speranza che qualche altro principato lo accogliesse, sicché avrebbe potuto organizzare nuove tresche con altre cortigiane.
Nulla fu mai come prima e nulla sarà mai più come prima.

Fine quarta puntata

autore: the musketeers all together

2 commenti:

Camu ha detto...

e direi che per un po' possiamo accantonare il principe plumbeo come unico protagonista!!!!!lo ritroveremo magari in ruoli secondari in altre storie!!!

Patty ha detto...

e poi potrebbe montarsi la testa! certo che abbiamo così tanta carne al fuoco che non è facile sciegliere con cosa procedre.