lunedì 2 marzo 2009

la rivoluzione vien mangiando


Se io avessi mangiato per tutto il tempo per il quale mi sono occupata di cibo durante il fine settimana, sarei oltremodo obesa.
Sabato pomeriggio ho dovuto sostenere mia sorella che aveva il compito di relazionare sull’avigliana gas (gruppo di acquisto solidale), anche lei come me non ama granché parlare in pubblico ma quando parte poi non la ferma più nessuno, sicché dai venti minuti a lei concessi, se ne è presa dieci in più.
Interessante il tema delle arance. Da questa mattina ne ho già mangiate tre, tutte in spremuta, slurp.
Anni addietro mi ero indignata perché i produttori anziché regalare i propri frutti, avevano deciso per protesta di schiacciarli sotto le ruote dei propri trattori. Era il tempo in cui sentenziavo senza entrare nelle cose.
Sapete quale è il prezzo di acquisto delle arance che la grande distribuzione impone ai produttori? Zerovirgolatrentacentesimi. Questa è la ragione per la quale molte piccole aziende non riescono a sopravvivere, questa è la ragione per la quale preferiscono schiacciare i loro agrumi sotto le ruote di un trattore piuttosto che morire.
La esse di solidali significa tendere una mano a questi agricoltori e stabilire un prezzo vantaggioso sia per chi produce sia per chi acquista. I quindici chili di arance che stazionano sulla mia terrazza sono stati pagati zerovirgolaottantacentesimi, io sono contenta sia perché profumano di sicilia sia perchè ho pagato un prezzo ragionevole, il produttore perché ne ha tratto vantaggio e in questo modo riesce a pagare i suoi braccianti delle cifre degne di vita.
Ma sabato non è stato solo gas, non è stato solo arance, non è stato solo paneanzichèjazz è stato anche disputa ed io c’ero ed ero dalla parte di chi la disputa l’ha provocata. E stando dalla parte di chi la disputa l’ha provocata, ho discusso anche con chi mi sedeva a destra e a sinistra, disputa bipartisan.
La conferenza si prefiggeva di parlare di bio, osannandolo e denigrandolo nello stesso tempo. Abilmente hanno cercato di non dare spazio a chi nel bio ci sta da venticinque anni, a chi ha suggerito il mercato del bio all’amministrazione locale, forse cercando anche una forma di pubblicità personale. L’amministrazione ha sposato il progetto, tanto è vero che sabato ha presentato l’osservatorio, ed ha cercato di tagliare fuori chi il progetto lo ha partorito, adducendo come scusa che i produttori sarebbero stati coinvolti in seguito. Così per tutta la durata della conferenza i relatori hanno fatto la solita demagogia, parlando di un tema che solo chi si china per zappare la terra da venticinque anni conosce bene. Sostenendo persino che anche chi non sceglie di prendere la certificazione bio, deve considerarsi un produttore serio, che bisogna fidarsi. Dimenticando che in questo paese c’è anche chi venderebbe la propria madre, e oddio io in certi giorni addirittura la svenderei. Io dico che se le regole ci sono occorre rispettarle. Non è giusto che chi si è sbattuto, pagando oltretutto, per prendere un foglio di carta che attesti di essere confacente alle regole, e che si ritrovi i controllori nella sua terra un giorno si e l’altro anche, venga equiparato a chi sostiene di essere bio anche se non ha ritenuto opportuno pagare per un prendere un pezzo di carta.
Così è intervenuta lei a sua difesa, prepotentemente, proprio nel momento in cui si cercava di chiudere con la scusa del buffet, e si sa che quando c’è da mangiare, tutti si affrettano in un applauso. Certo il suo alzarsi dalla sedia e presentarsi prepotentemente e forse anche in maniera maleducata davanti alla platea ha destato mormorio.
Io l’ho apprezzata, ho applaudito e l’ho sostenuta anche dopo. Contestandole solo il modo.
Grande Gemma la pasionaria, sei riuscita a scaldare una conferenza che per quanto interessante stava prendendo un piglio un tantino noioso.

2 commenti:

lasettimaonda ha detto...

Ciao Minu, che piacere risentirti!
Posso linkarti?
Almeno sono certa di ritrovarti!
Interessante ciò che dici sul bio.
Per quanto mi riguarda, sono molto attenta a ciò che acquisto.
Se posso scelgo il biologico ( facile...sò biologa!!!!!!), vicino a casa mia c'è una cascine che vende solo ciò coltiva con agricoltura biologica, ma non sempre riesco ad andarci, anche perchè è aperta solo 3 giorni alla settimana.
Mi servo spesso del supermercato e devo dire che mi trovo abbastanza bene.....ma i prezzi......invidio le tue arance!!!
Però recupero un poco col fatto che facendo la spesa on-line, la consegna è gratuita per noi zoppetti!!!
Insomma, prodotti di stagione, un pò di lavoro in più in cucina ma sicuramente il gusto e la salute ci guadagnano!
Capisco che dietro allo spiaccicamento delle arance ci sia una fondatezza economica forte che li spinge a farlo........ma io mi sento morire, allo stesso modo di quando vedevo ettolitri di latte rovesciato in strada per la querelle sulle quote latte.
Che ti devo dire.......pensavo a quanta marmellata avrei potuto fare
con quei frutti.....vabbè oggi ho trovato le pere a unoequindici al chilo e la marmellata la farò con quelle!!!!!!
Ti aspetto!Syl

Minu ha detto...

syl
certo che puoi linkarmi, io farò lo stesso così non ti perdo più, buona marmellata
incredibile, non sapevo fossi biologa, nel giorno del ritrovo un post cucito apposta per te ;-)