venerdì 16 ottobre 2009

Una passeggiata a Vienna con lo zio Battista

Domenica ho conosciuto Battista.
E' un uomo di ottantanni che vive da sempre a Borgo San Dalmazzo, in provincia di Cuneo.
Vive prigioniero della moglie e della figlia, le chiama le aguzzine.
Abbiamo approfittato della confusione di un pranzo offerto per festeggiare una cresima e l'ho rubato alle aguzzine.
La mia anziana genitrice ha fatto da palo ed io liberato lo zio Battista, che non è in realtà mio zio, ma da domenica lo è diventato.
Abbiamo volato insieme.
Mi ha portato a Vienna. Ci è andato con gli alpini, lo scorso anno.
Battista da giovane è stato un alpino.. Quasi si mette sull'attenti quando parla del corpo degli alpini, gli occhi si illuminano e devo fermarlo altrimenti a Vienna non entriamo.
Mi mostra il fasto dei palazzi, i ponti, il Danubio.. i cori fatti insieme ai suoi amici e la libertà provata nei viali di Vienna.
Che bella, che bella, che bella.. continua a dirmi con il suo accento cuneese.
Mi stringe la mano quando parla, ogni tanto si guarda intorno, controlla le sue aguzzine e quando le vede intente in un dialogo distante, Battista si distende.
Gli chiedo se ha visto la guerra, se ha combattuto.
Tira fuori dai suoi ricordi i quattordici anni.
Era un ragazzo e quella guerra, la guerra di liberazione se la ricorda bene.
Era una staffetta partigiana, discreta e attenta.
Mi parla del capitano Sicilia, capitano partigiano, di come la brigata Muti lo ha catturato, del tradimento di un doppiogiochista. Le lacrime gli bagnano le guance quando urla "Sicilia, arrenditi!", poi lo sparo, il cervello che vola via dal cranio. Il suo corpo catturato, attaccatto ad una camionetta e trascinato fino in paese.
Le urla delle donne dai balconi, trascinate all'interno dai loro uomini.
Lo strazio di una popolazione.
Gli chiedo se ha visto le stesse scene nel corpo dei partigiani.
Si alza in piedi e mi dice: MAI, erano uomini coraggiosi, non vigliacchi.
Non ho mai visto un partigiano sparare alla schiena di un soldato.
Ho visto fascisti fare le cose più bieche, si asciuga le lacrime, mi stringe la mano.
Gli sorrido, lo riporto a Vienna, passeggiamo ancora un pochino lungo le rive del Danubio.
Poi lo riporto a casa, con la promessa di uscire ancora insieme, aguzzine permettendo.

11 commenti:

Spinoza ha detto...

Bellissimo

Unknown ha detto...

emozione forte! brava minu e w zio battista e i suoi ricordi !

Lu ha detto...

Meraviglioso e commovente. Di' a zio Battista che gli sono profondamente grato e che, se permette, mi candido a secondo nipote adottivo.. Minu, vorrei raccontarti di un progetto che ho in testa, ma è una cosa lunga e complicata; sull'onda di quello, però, ti propongo una cosa: registra, registra e registra le sue testimonianze, i suoi ricordi - di guerra e di pace. Quando nella scuola elementare (frequentata ad Alba!) ebbi modo di ascoltare queste testimonianze da chi le aveva vissute mi considerai orgoglioso di essere depositario di queste memorie, e grato di quel dono di eredità civile.

Ancora una cosa: data la sua storia propongo zio Battista garante della Costituzione.
C'è da tener sempre desta la memoria!

Lu ha detto...

P.S. Brindo anch'io, benchè in ritardo, al full-time, al telelavoro e a tutto quanto! Bravissima!

Minu ha detto...

@TUTTI
Per quanta attenzione uno possa metterci, davvero scappa sempre qualcosa. Sono terrorizzata, difendiamo questa nostra costituzione. Facciamolo raccogliendo le testimonianze di chi c'era gli anni prima che la si scrivesse. Dobbiamo essere i testimoni della loro memoria storica.
Evviva i calzini turchesi amici miei e per chi non lo avesse ancora fatto, per quelli che hanno ancora il fegato buono, per chi ha voglia ancora di incazzarsi.. buona lettura http://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/politica/cir-fininvest-2/cir-fininvest-2/cir-fininvest-2.html

Minu ha detto...

@Lu
se avrò occasione passeggerò ancora con lo zio Battista e registrerò i suoi ricordi. Ho raccontato di Pina tempo addietro, grande staffetta partigiana, con un patrigno fascista. E' stata catturata e rinchiusa in un campo di concentramento. Sabotava le fabbriche anche lì, Pina era una guerrigliera. Grande grande e ancora grande donna. Si è salvata e ha riversato i suoi ricordi sul tavolo. Troverò la sua testimonianza e te la girerò

ps.. mi piacciono i tuoi commenti, spesso più intensi dei miei post

Lu ha detto...

Non vedo l'ora, ne sarò onorato. No, di Pina non ricordo di aver letto nulla qui da te. Ma mi interessa, eccome! Ho sempre avuto a cuore la questione della Costituzione: sin da piccolino, evidentemente, qualcuno mi aveva fatto passare il fatto che è un baluardo di libertà, costata grandi sforzi e generata all'alba di grandi drammi. La storia italiana che ha portato alla più perfetta Costituzione del mondo l'ho sempre bene in mente. E, dopo almeno tre traslochi, il libercolo sulla Costituzione stessa che ci avevano dato in una qualche lontanissima lezione di educazione civica è nella mia libreria, come un monito. Avevo sfiorato l'argomento qui, di striscio:
http://danslesparages.blogspot.com/2009/09/la-cosa-pubblica-e-la-cosa.html

I miei commenti sono solo più dispersivi dei tuoi post che, in poche parole, danno meraviglia, emozione o vero spasso. Ogni qualvolta posso, passo di qui e se riesco commento; anche la mia Lei ti legge - quando non l'aggiorno io, e ti stimiamo entrambi.
Ora basta imbrodarci, chè sono senza bavaglino e non son buono neppure a lavarmi i denti con la schiena dritta.
A poi!

Alberto ha detto...

Vi auguro a tutti e due altre bellissime gite a Vienna.

Mcloud ha detto...

Cronaca interessante e in alcuni punti commovente... però la "parte" che mi ha colpito maggiormente è quella delle due aguzzine...
Ma perchè nella vita di ogni uomo, prima o poi, c'è almeno un'aguzzina?

Minu ha detto...

@Alberto
"passeggiare" con Battista mi ha realmente emozionata

@LU
hai ragioni non imbrodiamoci, ma certe cose vanno dette.. CAVOLO

@MAURIZIO
a mio avviso, l'aguzzina ha senso di esistere nella misura in cui la vittima ha il desiderio di tenerla in vita

Lu ha detto...

Giusto: diciamole, 'ste cose:
CAVOLO
(ok, l'ho detta. Ahhhh, non le mando mica a dire, io, sa'...)

Lu-choc(co)