Mio padre mi diceva sempre, se qualcuno ti dovesse chiedere di che partito è tuo padre, tu rispondi che sono del partito della pastasciutta.
Mio padre non c’è più ed io non so quale partito votasse.
E’ stato contadino, libero imprenditore con il pennello in mano e poi operaio.
E’ morto con un pennello in mano.
Con un sogno, quello di visitare la Russia, Mosca.
Forse era comunista.
Non lo so, non lo saprò mai. In casa mia parlare di politica era tabù.
Da piccola odiavo il telegiornale, perché era l’unico momento di silenzio in casa, mezz’ora di religioso silenzio.
Quando mio padre era a casa c’era il coprifuoco del telegiornale.
Da quando è mancato ho iniziato a guardarlo io per lui.
Ho amato Mario Pastore.
Qualcuno lo ricorda?
Ogni sera leggeva le notizie, con il suo sorriso bonario e la sua pelata.
Avevo delle piccole tinche, pescate da mio zio, arrivate a casa ancora vive.
Me le ha regalate, sono rimaste per anni liofilizzate, sempre piccole in una piccola vasca sulla lavatrice.
Una l’avevo chiamata Pastorina e l’altra pannellina.
Hanno resistito per quattro anni, un vero record.
Sono morte in seguito ad una telefonata.
Il mio fidanzato, si chiamava paolo rossi (sul serio!), mi aveva chiamata da Udine, stava facendo il servizio militare, tra un- mi- manchi -tu -di -più, avevo dimenticato le tinche nel bidet.
Prima che arrivasse lo squillo sul telefono fisso, un tempo esisteva solo il telefono appeso al muro, stavo cambiando l’acqua alla vaschetta e le avevo trasferite nel bidet. Il tappo del bidet non chiudeva del tutto sicché erano rimaste senza acqua.
Sono morte disidratate per colpa del tanto amore.
Penso che insieme al suo partito della pastasciutta, mio padre, mi abbia trasmesso tutto l’amore per la politica.
Ancora oggi per me la politica è pastasciutta con le tinche.
3 commenti:
Poi ci sono stati i giorni in cui mia madre si è affacciata nel mondo del lavoro. Erano gli anni ottanta.
Erano i tempi dei grandi scioperi.
Erano i giorni di luciano lama.
Lei ne sono convinta, neanche sapesse chi fosse.
L'unico ricordo legato in qualche modo alla politica e alla lotta sindacale che ho di mia madre, è il discorso di lama davanti ai cancelli fiat.
E' tornata a casa affascinata.
Prima di quel giorno per lei il fascino era Alain Delon e il nostrano Amedeo Nazzari.
Mi fai tornare bambina, i religioso silenzio durante il tg!
quanto darei per tornare anche solo per un giorno su quel divano.
quante domande gli farei. lo trapanerei di domande.
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