lunedì 5 aprile 2010

echecavolo!

Saperlo in un letto d'ospedale, in rianimazione, mi annienta.
Direi che può bastare questo periodo.
Periodo di lutti, di disoccupazione, di addii.
Mario è un mio grande amico, amico dal giorno in cui ho cambiato vita e casa.
Mario è grande come il suo corpo.
110 chili di amicizia, quasi totalmente cieco, una voce profonda e una risata allegra, acuta.
110 chili di allegria.
Mario ha da sempre lavorato per una grande assicurazione.
Ha iniziato dal basso, guardandosi intorno, assorbendo il mestiere come una spugna.
Fino al giorno in cui un collega si è schiantato con il parapendio, più di tre mesi di riposo forzato.
Grossa coda quel giorno allo sportello risarcimento danni.
Poi Mario si tuffa, chiede l'autorizzazione di rimpiazzare il collega.
Quel lavoro lo ha imparato facendo la spugna, osservandolo lavorare.. in silenzio.
Il responsabile di Mario è titubante, poi le proteste dei clienti lo inducono a provare.
Un successo, in breve Mario snellisce la coda.
Promosso sul campo.
Passano i mesi e la dirigenza si rende conto che con Mario si va al risparmio, qualcuno in precedenza gonfiava i rimborsi traendone personale vantaggio.
Quando il parapendista è rientrato ha trovato la scrivania di fronte a quella di Mario.
Sei mesi di lavoro parallelo, poi le dimissioni spintanee del parapendista.
E sono stati anni di carriera, Mario mi racconta che avrebbe potuto diventare ricco se avesse voluto, per fortuna è nato con una certa etica attaccata al cuore e all'anima, e ancora adesso mi dice abbassando il tono della voce: " anche adesso che sono ammalato e cieco, se potessi tornare indietro, lavorerei con la stessa onestà. Quell'onestà che mi ha permesso di farmi amare, cercare" Poi la malattia: il diabete lo aggredisce, gli toglie la vista.
Non è più rappresentativo per la grande compagnia assicurativa.
Mario mercanteggia, pensa alla sua famiglia, cerca di portare a casa il più possibile.
Quando lo incontro per la prima volta, Mario percepisce da poco una pensione d'invalidità.
A parte la cecità e le ulcere che continuamente gli fanno sanguinare le gambe, è lucido e avrebbe ancora voglia di lavorare, una forte necessità di lavorare.
Mi asciuga le lacrime quando scoraggiata vado a trovarlo nelle calde serate estive.
Mi riempie di consigli, mi infonde il suo ottimismo e il suo buonumore.
Urla di amarmi, di volermi sposare.
Gli ricordo che è già sposato, che già ama. "E' un dettaglio" mi risponde.
Pina, la sua Pina ride scuotendo la testa.
Ridiamo insieme, tutti e tre come bambini. Vede e sente i nostri sorrisi e aumenta la dose.
Ieri Mario ha iniziato il suo calvario.
Reni, cuore e polmone non ne vogliono sapere di lavorare insieme.
Ora smette uno, poi riprende, poi smette l'altro e ancora e ancora.
E' in coma farmacologico, sedato in attesa che la situazione migliori.
Pina, ha un nodo in gola e gli occhi gonfi. Mi rendo disponibile per la loro piccola bambina, compagna di f&u. Da domani ce ne prenderemo cura noi cercando di sollevarla, metto a disposizione degli amici la mia disoccupazione.
Io sono in attesa e imploro un miracolo.
Il miracolo del dopo Pasqua.
E a chi dimora lassù io dico.. "echecavolo, spostare un tantino lo sguardo no eh?!"

8 commenti:

Princi ha detto...

... porcaccia! Vi abbraccio forte Minu!

gianni ed anna ha detto...

Già .....

Unknown ha detto...

Tengo le dita incrociate per il SuperMario che, nonostante la quasi cecità, percepiva le tue magliette scollate e apprezzava !
Stasera dirò un preghiera per lui, avvalorando la tua richiesta !
Un abbraccio
Annarita

Minu ha detto...

@Red.. incredible
te ne ricordi. E' vero supermario ha sempre visto oltre.
E l'idea della hot line te la ricordi? Con la sceneggiatura scritta da lui. Un pozzo di idee il mio grande e grosso amico

Annachiara ha detto...

Il diabete è una malattia di merda. Ti abbraccio forte.

il cuoco ha detto...

Incrocio le dita per il tuo amico...
E a chi sta lassu rivolgo una preghiera.. se davvero esisti e sei a corto di anime , prova a guardare tra i disonesti... Non hai altro che l'imbarazzo della scelta....
O è proprio l'imbarazzo perchè sono troppi?

Minu ha detto...

@ANNACHIARA
ma proprio di merda, merda

Minu ha detto...

@IL CUOCO
ottima osservazione. E poi non me la vengano a raccontare con la storia che chi sta lassù raccoglie i più bei fiori del suo giardino..