martedì 13 aprile 2010

ad Anna Walentynowicz


Anna Walentynowicz.
Ammetto, fino a pochi giorni fa nome sconosciuto.
Spesso le tragedie portano alla ribalta storie inedite o poco raccontate.
La tragedia dell'aereo caduto in terra russa mi ha avvicinata ad Anna, leggo un frammento della sua storia qui.
Anna è orfana e ragazza madre, per potere sostentare i figli e se stessa lavora in fabbrica.
Lo fa su consiglio di un conoscente, che per strapparla alla terra, alla cura degli animali, le suggerisce di scendere in città, di lavorare in una fabbrica, di imparare un mestiere.
E così Anna raccoglie il consiglio, studia e lavora alacremente, togliendosi dallo stato di analfabetizzazione. Manovra le gru in un cantiere navale. I ritmi di lavoro sono massacranti, gli orari anche, la paga pessima.
Si fa portavoce del malcontento e chiede aiuto ai sindacati.
I sindacati respingono al mittente la protesta, Anna chiede ai colleghi di prendere posizione, di autogestirsi.
Viene licenziata perchè antisociale e antisocialista.
Ed è la presa di coscienza dei suoi colleghi, tra i quali un giovane Lech Walesa, il vero colpo di scena.
Il 14 agosto del 1980 i cantieri navali "Lenin" entrano in sciopero, i lavoratori urlano a gran voce il reintegro di Anna Walentynowicz e chiedono l'aumento dei salari.
La protesta si estende a macchia d'olio, altre aziende del litorale baltico si uniscono al coro, qualche giorno dopo nascerà il comitato interaziendale di sciopero che definirà in 21 postulati le richieste da porre al regime, fra cui: diritto di fondare un sindacato libero ed indipendente, libertà di coscienza e di religione, libertà di parola e accesso ai mass media, trasmissione per radio della messa domenicale, liberazione dei detenuti politici.
Anna Walentynowicz viene riassunta ed entra a fare parte di Solinarnosc.
Verrà perseguitata ed arrestata.
La storia di Anna ha appassionato registi e scrittori, nonostante tutto Anna non ha mai amato le luci della ribalta, ha continuato ad essere lavoratrice e mamma, e penso, non si sarebbe mai aspettata un finale di scena così roboante.
Ciao Anna, che la tua storia risvegli le coscienze dei lavoratori degli anni duemila.
Qui un bell'articolo su Solidarnosc.

5 commenti:

Annachiara ha detto...

Ecco, sarebbe bello che le coscienze dei lavoratori oggi si risvegliassero anche grazie a lei. Quello che ha fatto l'unione in Polonia è stato incredibile. A riprova che spesso la ricoluzione è l'unico modo di vincere... Questa signora ultraottantenne ha vissuto credo una vita molto intensa. Una vita che resterà. Per sempre.

Minu ha detto...

@MERINGOTTA
Se il popolo è affamato, affaticato, schiacciato, ecco che la rivoluzione è servita. Non siamo poi così lontani da queste condizioni, mancano i direttori di orchestra, mancano le persone come Anna. Occorrerebbe amche dare un bel calcio in culo ai nostri sindacati asserviti ai potenti e creare un sindacato indipendente, un sindacato... diciamo creato dal basso

Wilma ha detto...

Grazie per averla ricordata! Hai ragione, a noi mancano davvero persone come questa...Le condizioni per una rivoluzione invece ci sono tutte!

Luz ha detto...

Storia meravigliosa. Anche qui una considerazione: non è diventata lei la leader, è stato un uomo, ancora una volta la storia silenziosa fatta da una donna è scivolata via senza troppo rumore. Quando ci prenderemo ciò che ci spetta?

Anonimo ha detto...

bellissima storia...quando leggo queste cose vorrei essere donna anche io