venerdì 15 ottobre 2010

delocalizzazione con i soldi dello stato, ovvero con gli stessi soldi dei lavoratori, bell'affare

Vederle tutte là, su un palco di un teatro mi ha commossa.
La loro storia è la mia storia, è la storia di tanti, è quella storia che sempre più raramente appare sulle prime pagine dei quotidiani, è quella storia della quale ai politici soprattutto a chi governa questa italietta non piace raccontare.
Ieri è andata in scena la tragedia delle donnette della omsa, quelle della golden lady tanto per intenderci.
Delocalizzazione.
Da domani il loro lavoro lo svolgeranno in serbia.
E' una storia che si moltiplica giorno dopo giorno, e mano a mano che si moltiplica il governo tace sempre di più.
Ieri sera le donnette omsa hanno rivolto una domanda a pl bersani, ospite in studio ad anno zero.. "ci è venuto a trovare promettendoci aiuto, cosa ha fatto?"
Politici che si spostano per portare solidarietà, promesse.
Aprono tavoli di discussione, sterili.
La vostra Minu circa tre anni fa ad una riunione della consulta del nuovo pd, ormai logoro, aveva chiesto di ergere dei paletti, paletti contro la delocalizzazione.
Sono stata applaudita, sono stata contattata qualche settimana più tardi, mi hanno chiesto di prendere parte alla consulta, ma io non ne capisco nulla di politica, in quel periodo oltretutto iniziava il mio senso di nausea nei confronti di tutte le sigle politiche e sindacali. Ho risposto nisba, li ho pregati di prendere in considerazione la storia dei paletti, di sigillare il portafoglio e di non aiutare più le imprese con finanziamenti senza una promessa scritta di tenere la produzione entro il territorio nel quale il finanziamento è stato elargito.
Sono passati tre anni, nulla è successo.
Le donnette omsa stanno lì, su un palco.
Occupano il loro tempo facendo dei corsi di riqualificazione, assurdi.
La minu solidarietà a loro, sono grandi nella loro dignità, come solo le donne sanno esserlo.
Urlate donne, scrivete, fate nomi e cognomi dei mandanti della vostra disoccupazione, non fate mai scendere il sipario sulla vostra storia.
I vostri manager temono la cattiva pubblicità.
Io da oggi non compererò più un prodotto omsa, ecco la mia solidarietà.

aggiornamento: Ho appena finito di leggere il post di Miranda, stesso argomento, molto più approfondito, una lucida analisi.
IL POST DI MIRANDA MERITA DI ESSERE LETTO, STAMPATO, ED AFFISSO IN OGNI BACHECA DI LAVORO.

3 commenti:

Miranda ha detto...

Minu, i nostri pensieri seguono percorsi simili e spesso si incrociano incredibilmente. La sintonia è forte anche se non ci siamo mai incontrate davvero.

Ah già il TITOLO! me ne sono dimenticata perchè ad un certo punto ero così nauseata a trattare la materia e così stanca che ho pubblicato in fretta e furia. Ora però ci penso e provvedo.
Naturalmente neanche a dirlo nemmeno io comprerò mai più calze golden lady. Che le vendano alle serbe. Alle donnette di Serbia. Che sempre donnette sono, stritolate in queste logiche disumane di mercato.

Tu giustamente hai centrato il problema: possibile che lo Stato, con norme, leggi, provvedimenti, investimenti non possa nulla? Che sia solo testimone passivo e talvolta , anzi sempre, complice? Proposte non ne ho sentite. Solo a salvar le banche pensano. Son distanti anni luce da noi.

Hasta la victoria MInu

Anonimo ha detto...

Lo stesso stato (volutamente minuscolo) composto dai suoi ometti (perchè sono quasi tutti uomini e quelle poche donne sono lì chissà per quali meriti (quasi tutte), ha connivenze in industrie e banche a seconda del colore.
Non cambieranno mai se non prendiamo in mano noi le cose e le facciamo cambiare anche con boicottaggi.
Non compriamo Golden Lady. Sappiate che la Sangiorgio (calze) è gestita in Italia da 3 generazioni ed ha 3 generazioni di dipendenti.
Sta vendendo anche a gruppi d'acquisto per evitare di dover delocalizzare.
La grande distribuzione ammazza tutti .....
Il boicottaggio, in questo caso, si chiama SANGIORGIO.
Forza donnette che, piano piano, cambiamo il mondo!!

bull...dozer

Lu ha detto...

Minu, giusto per dire che ho letto. E che ho letto anche il lucidissimo post di Miranda (a tal proposito, Miranda, piacere di leggerti!)...
Ma non so che cosa scrivere, non so che cosa aggiungere. Rifletto solo più a fondo del solito (che già non è poco), come è doveroso, su quanti prodotti, quanti marchi, quante aziende e quanti atteggiamenti dovrei boicottare per una resistenza civile ma ferma. E mi dico che bisogna essere solidi come un caterpillar e presenti come un Forrest Gump, cercando ognuno di fare il proprio, ma riconosco onestamente che non è facile, perchè anche in questo "accerchiamento" è l'avanzare del Mostro Mite, per citare una volta di più l'ottimo libro di Raffaele Simone...
E mi pigla un'angoscia...
Però, per intanto, grazie. A te, a Miranda, al Bull, a... etc,etc,etc......